Dentro la notte, nei nostri vicoli, accadono scene che paiono messe lì apposta per essere colte.
Tanto da chiedersi se c’è una logica, una volontà, un disegno dietro tutto questo.
Una persona dorme, uno schermo pubblicitario alterna alcune figure.
Due azioni apparentemente casuali, slegate, indipendenti l’una dall’altra, eppure..
Eppure in un istante ne esce un armonia, un contrasto molto forte, una rappresentazione, una poesia nascosta a chi non è disposto ad affrontare i vicoli bui dentro la notte.
La persona nello schermo è china, accovacciata.
La sua mano sembra protendersi verso la figura che giace al freddo, e appare grande, enorme rispetto la sua persona.
Come se la società dei consumi e dell’apparire, dell’avere, dell’essere, dentro la notte prendesse coscienza e volesse aiutare un umanità che condiziona, illude, schiaccia.
La persona a terra giace immobile.
Alcuni fogli di cartone per isolarsi dall’umidità del terreno, in posizione rannicchiata, quasi fetale, ignara di quanto accade alle sue spalle.
Come un umanità rassegnata, schiacciata, privata di ogni dignità il cui unico compito è quello di sopravvivere dentro la notte fredda in cui suo malgrado si è ritrovata.
Percepisci tutto ciò in un istante, e scatti un immagine pregna di sensazioni, mentre lo schermo cambia immagine e propone il logo della Benetton, interrompendo quell’equilibrio effimero che hai trovato dentro la notte.
Claudio Barbessi
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