E qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure, recitava quella vecchia canzone di De Gregori.
Così, stamattina, ritornando in auto dopo aver disallestito la mostra fotografica, mi si è fissata in testa questa domanda, che cosa rimane, ovvero cosa ci spinge e cosa ci motiva ad esporre un qualcosa di personale, di nostro al pubblico.
Non è un segreto il fatto che, per me, fotografia sia un messaggio, un mezzo, uno specchio magico, che permette di esprimere principalmente se stessi ma l’ho capito dopo anni, solo quando ho iniziato a riconoscermi nei miei scatti.
Un mezzo fortemente sottovalutato dalla massa che maneggia smartphones con fotocamere con scatti a raffica da far impallidire un Kalašnikov e millemila volte più performanti della mia vecchia Canon analogica, oserei dire, fortunatamente.
Fortunatamente per chi, come me, della fotografia ne fa una passione, un linguaggio, e cerca di trasmettere quel qualcosa che rimane, che racconta, che emoziona, che comunica.
Vi svelo un segreto: Fotografia non è solo colori super saturi, dettaglio, nitidezza, effetto WOW, HDR, Photoshop e tanto meno Intelligenza Artificiale o AI che dir si voglia … è fortunatamente un qualcosa di molto più semplice e maledettamente più complesso, è riuscire a trasmettere un emozione.
E Qualcosa Rimane
Si diceva, si, ma cosa?
Rimane il piacere di incontrare persone. Il piacere di presentare un progetto: anche se il parlare in pubblico è una sfida per un carattere introverso come il mio, diventa stimolo e miglioramento personale ogni volta che lo faccio.
Rimane il piacere di condividere con voi un emozione, un parere, una tecnica fotografica, un sorriso, una stretta di mano ogni volta che entrate dentro la sala di esposizione, disposti a mostrare quel lato umano che troppo spesso nascondiamo dietro la nostra corazza.
Rimangono i vostri pensieri scritti sul libro degli ospiti a emozionarmi, a incoraggiarmi e a dimostrarmi che di belle persone ne è pieno il mondo.
Rimane lo scarabocchio di un bambino, con un grafismo che somiglia a un cuoricino abbozzato a darmi speranza per ciò che possiamo diventare.
Ritengo che tutto questo sia in assoluto la moneta più preziosa con la quale mi ripagate e mi spronate a continuare, quindi grazie di cuore a tutti.
Un doveroso e sentito grazie a Max Tosi, a Sara Lucchi, a Chiara Ferrari e a tutto il personale della Biblioteca Comunale di Tregnago.